Su La Stampa esce un interessante articolo di ALESSANDRO ALVIANI, dal titolo "Goodbye Lenin? No, grazie". Alviani racconta il curioso esperimento di un gruppo di studiosi tedeschi che ha scelto Wittenberge (città del Brandeburgo, famosa per essere stata sede degli stabilimenti Singer, da non confondere con la ben più nota Wittenberg) per un enorme progetto sociologico: un'immersione durata 3 anni, dal 2007 alla fine del 2009, che ha visto 28 tra sociologi ed etnologi tedeschi studiare da vicino la vita della città. Lo scopo? Capire come i suoi abitanti hanno reagito allo shock della riunificazione della Germania, come sono sopravvissuti alla deindustrializzazione dell'area, su cosa si fonda la loro idea di "comunità", in breve cos'ha determinato il "terremoto" storico da cui è nata la Germania di oggi. I risultati, pubblicati su "Die Zeit", sono molto interessanti. Riportiamo un estratto dell'articolo di Alviani, che si può leggere integralmente QUI
"Fino al 1990 a Wittenberge vivevano 40.000 persone; oggi, dopo che nei primi Anni Novanta sono state chiuse le poche attività industriali esistenti, a cominciare dalla fabbrica delle macchine per cucire appartenuta un tempo alla Singer, sono appena 19.000. E chi resta, specie tra i più giovani, va via alla prima occasione buona. In tal modo, con la scomparsa della Germania socialista, è venuto meno anche il senso del «noi» di socialista memoria. È questo il risultato centrale dello studio. Oggi Wittenberge è divisa tra «vincitori» della riunificazione e «perdenti». E i due gruppi finiscono per separarsi anche fisicamente: i «vincitori» se ne vanno a vivere nei quartieri periferici; i «perdenti», quelli che ormai non hanno più un lavoro, restano nel centro città. Un centro città che cade a pezzi: ci sono strade in cui si incontrano solo palazzi crollati e un imprenditore affitta interi quartieri abbandonati all’industria cinematografica, che li usa come sfondo per film ambientati nel dopoguerra (14 le pellicole girate a Wittenberge dal 1990). I cittadini hanno sviluppato comunque delle proprie strategie per resistere alla dura quotidianità e alla scomparsa dell’eterna attesa di un miglioramento suscitata dalla riunificazione" ...
"Fino al 1990 a Wittenberge vivevano 40.000 persone; oggi, dopo che nei primi Anni Novanta sono state chiuse le poche attività industriali esistenti, a cominciare dalla fabbrica delle macchine per cucire appartenuta un tempo alla Singer, sono appena 19.000. E chi resta, specie tra i più giovani, va via alla prima occasione buona. In tal modo, con la scomparsa della Germania socialista, è venuto meno anche il senso del «noi» di socialista memoria. È questo il risultato centrale dello studio. Oggi Wittenberge è divisa tra «vincitori» della riunificazione e «perdenti». E i due gruppi finiscono per separarsi anche fisicamente: i «vincitori» se ne vanno a vivere nei quartieri periferici; i «perdenti», quelli che ormai non hanno più un lavoro, restano nel centro città. Un centro città che cade a pezzi: ci sono strade in cui si incontrano solo palazzi crollati e un imprenditore affitta interi quartieri abbandonati all’industria cinematografica, che li usa come sfondo per film ambientati nel dopoguerra (14 le pellicole girate a Wittenberge dal 1990). I cittadini hanno sviluppato comunque delle proprie strategie per resistere alla dura quotidianità e alla scomparsa dell’eterna attesa di un miglioramento suscitata dalla riunificazione" ...
Grazie! E una buona domenica dalla finalmente assolata Bucarest!
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