mercoledì 30 settembre 2009

GRAZIE PAOLO NORI

Girare per blog è divertente, utile e ci fa scoprire cose mooolto interessanti. Grazie a Paolo Nori per questa segnalazione (cliccare sull'immagine per ingrandirla):


Mercoledì 7 ottobre 2009 - ore 17.00
Aula ex Presidenza, Liviano, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Padova, Piazza Capitaniato 7

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martedì 29 settembre 2009

LA RIUNIFICAZIONE TEDESCA? QUESTIONE DI UTOPIE

Il processo di riunificazione europeo come scontro tra opposte utopie. La realtà conosciuta dopo l'ebbra notte del 9 novembre 1989, quando Est e Ovest si sono stretti la mano sotto le macerie del Muro. Osservatorio sui Balcani propone un intervento veramente interessante della sociologa Melita Richter.
Di seguito, l'inizio del contributo. Per leggerlo in forma completa: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/11889/1/66

"Al Convegno internazionale di psicologia politica che si è svolto a Berlino nel giugno del 2001, una relatrice statunitense di origine tedesca ha costruito la propria relazione attorno ai disegni dei bambini delle scuole elementari di Berlino ovest. I disegni di cui la studiosa disponeva erano stati eseguiti ai tempi della divisione della città, separata in due dal Muro. Il tema dei disegni era: Come immagino la vita a Berlino est. Le mani dei piccoli artisti hanno riportato ciò che nella loro fantasia doveva rappresentare l’universo del mondo della Repubblica democratica tedesca: le case grigie, le vie vuote, ogni tanto un militare in uniforme, i carri armati sugli incroci delle strade, ritratti di bambini e bambine con facce tristi e senza giocattoli, stelle a cinque punte che svettano dai tetti… L’analisi dell’esperta si è soffermata a lungo sui contenuti dei disegni; ne è venuto fuori un ampio testo sulla rappresentazione simbolica della società tedesca dell’est, sulla Berlino sconosciuta, murata. In nessun momento la studiosa si è chiesta quale sarebbe potuta essere l’immagine riflessa della società della Germania occidentale, o meglio, quale immagine della Berlino ovest si sarebbe potuta trovare nei disegni dei piccoli disegnatori Ossis. Nessun interesse a ricomporre le immagini di una città separata, di confrontare i due modelli simbolici, di individuare come gli stereotipi possono essere di casa da ambo le parti, come la mente dei bambini riflette non ciò che vede, ma ciò che il mondo dei grandi propone come verità... Una verità distorta, filtrata."


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lunedì 28 settembre 2009

THOMAS HEISE AL FESTIVAL DEI POPOLI

Thomas Heise è il cineasta tedesco che ha, con maggior cura e determinazione, documentato il passaggio di consegne dalla Germania della RDT alla caduta del muro e alla successiva riunificazione. Nato nel 1955, il regista è stato per anni oggetto di violenta censura da parte degli organismi cinematografici ufficiali. Solo negli ultimi anni è stato possibile vedere i suoi primi lavori e ricostituirli su altri formati dopo che i negativi originali erano stati distrutti. La sua opera più recente, il pluripremiato Material (primo premio al FID Marseille 2009) è un'opera straordinaria, che ha attirato l’attenzione dei maggiori festival internazionali e degli addetti ai lavori.
Autore di una filmografia nella quale confluiscono analisi politica, autobiografia, indagine sociologica, sperimentazione e studio ambientale, Heise, discepolo del drammaturgo Heiner Müller, affronta uno snodo di cruciale importanza per rilanciare le ragioni di un cinema che sia in prima persona e al tempo stesso proiettato all’esterno, a confrontarsi con un presente contraddittorio e complesso. Il Festival dei Popoli, in occasione della sua 50° edizione, gli dedicherà una retrospettiva. Thomas Heise sarà anche protagonista di un workshop della durata totale di sedici ore, che si svolgerà nell’arco di due giorni (sabato 7 e domenica 8 novembre) durante il quale il regista affronterà gli aspetti cinematografici e politici del suo lavoro. Sarà un’opportunità unica per confrontarsi con l’urgenza di un cinema che propone al documentario contemporaneo una sfida radicale e appassionante.
Le iscrizioni al workshop sono a numero chiuso. Il costo complessivo è di 150 euro. Gli iscritti avranno diritto all'accredito, valido per tutta la durata della manifestazione, e riceveranno una copia del catalogo del Festival. Per partecipare, inviare una richiesta di iscrizione e un curriculum vitae a: festivaldeipopoli@festivaldeipopoli.191.it

Nato nel 1955 a Berlino Est, Thomas Heise è uno dei più importanti documentaristi tedeschi viventi. La sua carriera è strettamente legata alla sua biografia, cominciata come tipografo («nella DDR la professione di tipografo equivaleva ad una scelta di fallimento sociale » sostiene Heise in una conversazione con Erika Richter) e proseguita come assistente alla regia nel 1975. Dopo essersi formato alla HFF/B (L’Accademia di Film e Televisione di Potsdam-Babelsberg) nel 1983, realizza il suo primo film intitolato Wozu denn über diese Leute einen Film, un documentario realizzato interamente con materiali reperiti nel circuito del mercato nero. A partire dal 1983 Heise lavora come scrittore e regista di teatro, di radiodrammi e di documentari. Per tutto il periodo d’esistenza della DDR i suoi lavori sono stati bloccati, distrutti o confiscati perché – così recitava il linguaggio dell’epoca – contenevano “significati operativi” non in linea con i principi del regime. In quegli anni, oltre a produrre alcuni film come Eisenzeit e Vaterland, inizia una importante collaborazione con il celebre drammaturgo Heiner Müller. In seguito, continua a formarsi all’Accademia di Belle Arti di Berlino e a partecipare come regista a numerose produzioni. E’ dagli anni ’90 che i lavori di Heise hanno cominciato ad attirare l’attenzione della critica nazionale ed internazionale, in particolare il suo ultimo lavoro, Material, è stato accolto con grande favore ed interesse.
I primi film di Thomas Heise si occupano principalmente di descrivere le dinamiche sociali e l’apparato burocratico della DDR. Dalla fine degli anni ’80 la sua attenzione si sposta sui cambiamenti che interessano gli individui, le famiglie e le comunità coinvolte nel processo di riunificazione della Germania. In questo senso vanno interpretati i riferimenti ai fenomeni di privatizzazione, di riorganizzazione industriale, di disoccupazione, di crescita del radicalismo di destra, ecc.
I documentari di Heise sono caratterizzati dal preciso ed insistente tentativo di guardare alle cose, piuttosto che alle idee o ai principi. Per questa ragione, Heise stabilisce una modalità di lavoro basata sulla relazione con l’oggetto-soggetto dei suoi film, cercando di evitare da una parte le forme introspettive, dall’altra i rischi di sovrainterpretazione. Nei suoi film Heise si pone al centro del punto di convergenza dei fenomeni storici ma ai margini della società: ovvero nei luoghi in cui gravitano delle esistenze mai rappresentative ma sempre significative. E densi di significato sono i neonazisti della Germania Est raccontati in Stau, la spia di Barluschke, gli adolescenti ribelli di Eisenzeit o il piccolo villaggio di Vaterland. Soggetti, luoghi e oggetti che portano in luce quella moltitudine sociale, politica e storica nascosta ancora oggi negli interstizi della Germania contemporanea.

La presenza a Firenze di Heise si inscrive nell'iniziativa PRIMA O POI TUTTI I MURI CADONO, una serie di manifestazioni organizzate dalla Regione Toscana con il coordinamento della Mediateca Regionale Toscana Film Commission, in occasione del ventennale dalla caduta del muro di Berlino (Info: http://www.mediatecatoscana.it/)

(Fonte: sito ufficiale del Festival dei popoli)


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domenica 27 settembre 2009

ANCHE SENZA

"Il cinema, ti succedono due cose, se vai al cinema. La prima, ti succede che poi ti fanno delle domande. Ti chiedono Hai visto Film blu? Sì, devi dire. Ti è piaciuto, ti chiedono. No, devi dire. Ma dai, ti dicono. Eh, gli dici. A me è piaciuto, ti dicono. Ma dai, devi dire. Sì, ti dicono. Molto bello, ti dicono. Allora tu devi chiedere Hai visto Film rosso? No, ti dicono. No? devi dire. No, ti dicono, l'ho perso. Peccato, devi dire. Allora ti chiedono Ti è poiaciuto Film bianco? Sì, devi dire. Sì? ti chiedono. No, devi dire, scusa, no. Ah, ti dicono.
Queste conversazioni, si può anche far senza, nella mia vita."

(Paolo Nori, Bassotuba non c'è, Milano, Feltrinelli, pp. 19-20)

pubblicato da oscilloscopio azzurro


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sabato 26 settembre 2009

FESTIVAL DEL FILM DI ROMA

Annunciato il programma della prossima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, che si svolgerà dal 15 al 23 ottobre prossimi. Dal sito della manifestazione è possibile scaricare il programma completo. Come sempre, noi ci limitiamo a segnalare gli autori e i film dell'area Alpe Adria (dati e contenuti dei singoli titoli sono tratti dalla cartella stampa ufficiale).

SELEZIONE UFFICIALE / CONCORSO

TRIAGE di Danis Tanovic, Francia – Irlanda – Spagna, 2009, 96’
con Colin Farrell, Paz Vega, Christopher Lee, Kelly Reilly, Jamie Sives, Branko Djuric
L'autore di No Man's Land torna con n film che narra la storia di due fotoreporter, Mark e David, che lavorano nel Kurdistan in guerra. Mark è molto ambizioso
e vuole seguire i combattimenti da vicino alla ricerca della foto della sua vita, ma David ne ha abbastanza e molla tutto per tornare dalla moglie, in Irlanda. Quando anche Mark viene ferito e fa ritorno a casa, rimane sconvolto nell’apprendere che non si hanno notizie di David. Alla sceneggiatura ha collaborato il giornalista americano Scott Anderson, autore del libro omonimo da cui la pellicola è stata tratta.


THE LAST STATION di Michael Hoffman, Germania, 2009, 112’
con Helen Mirren, Christopher Plummer, James McAvoy, Anne-Marie Duff, Kerry Condon
Cast Cast Cast Cast: Helen Mirren, Christopher Plummer, James McAvoy, Anne-Marie Duff, Kerry Condon
A un certo punto della sua vita e in nome della sua nuova religione utopica e delle sue idee anarco-cristiane, Leo Tolstoj rinuncia al titolo nobiliare e alle proprietà per diventare povero, vegetariano e celibe. Cosa ne penserà sua moglie, la contessa Sof'ia, che gli è accanto da 50 anni? Tratto dal romanzo omonimo di Jay Parini.


VISION di Margarethe Von Trotta, Germania, 2009, 111’
con Barbara Sukowa, Heino Ferch
Storia di Hildegard von Bingen, che come ci ricorda la cartella stampa con involontaria ironia è realmente esistita.

LE CONCERT di Radu Mihaileanu, Francia – Romania – Belgio – Italia, 2009, 149’
con Alexei Guskov, Dmitry Nazarov, Mélanie Laurent, François Berléand, Miou Miou, Valeri Barinov
Un osannato direttore dell’orchestra Bolshoi di Mosca viene allontanato in epoca comunista per
essersi rifiutato di licenziare i musicisti ebrei. Venticinque anni dopo l'uomo lavora ancora in teatro come custode e aiuta la moglie a movimentare finte manifestazioni d’orgoglio ex-comunista. Un giorno intercetta un invito per il teatro Chatelet di Parigi e decide di riscattarsi dalle umiliazioni con l’inganno, accettando l’ingaggio al posto dell’orchestra ufficiale. Commedia grottesca e dell’autore di Train de Vie.

EVENTI SPECIALI

POPIELUSZKO, WOLNOSC JEST W NAS di Rafal Wieczynski, Polonia, 2009, 149’
con Adam Woronowicz, Zbigniew Zamachowski, Jan Englert, Joanna Jezewska, Magda Kacprzak
La vita e il sacrificio di padre Jerzy Popieluszko, il «cappellano di Solidarnosc», divenuto simbolo di coraggio nella lotta per la libertà e la verità. Sacerdote destinato alla parrocchia di un quartiere operaio di Varsavia, il 19 ottobre 1984 Popieluszko venne sequestrato e assassinato da tre agenti dei servizi segreti che, dopo averlo massacrato di botte, lo gettarono nelle acque gelide della Vistola. Ai suoi funerali parteciparono oltre mezzo milione di persone e il clamore che seguì all’evento fu enorme, travalicando i confini nazionali e ponendo le premesse per la fine del regime in Polonia.

L’ALTRO CINEMA | EXTRA DOCUMENTARI IN CONCORSO
PIN2011 - ERINNERUNG AN DIE STRASSE
di Torsten König, Germania, 2009, 53'
Pin 2011 è il nome d’arte di un geniale e misconosciuto writer tedesco che il documentario segue incessantemente e di cui cela fino alla fine il volto. Una sorta di fuorilegge dell’arte di strada, capace di immaginare graffiti tridimensionali e di disseminarli su pareti urbane fino in Portogallo. Un pedinamento avvincente e febbrile che si interroga in continuazione sul senso del fare arte contro un sistema che emargina e distrugge: il diario di un creatore isolato e clandestino su cui incombe un senso di minaccia e fatalità.

L’ALTRO CINEMA | EXTRA LUNGOMETRAGGI FUORI CONCORSO

MOJA KREW di Marcin Wrona, Polonia, 2009, 90'
Igor è un pugile che non può più combattere perché il suo cervello è fortemente danneggiato a causa di danni subiti nella sua attività in passato. Yien Ha è invece una immigrata vietnamita che lavora in un piccolo ristorante etnico. Lui vuole un figlio per lasciare il segno del proprio passaggio, lei ha bisogno di un permesso di soggiorno per restare in Polonia. Stringeranno un accordo con cui ognuno potrà ottenere quello che vuole.

REWIZYTA di Krzysztof Zanussi, Polonia, 2009, 96'
Che fine fanno i personaggi di un film dopo che il film è finito, ha terminato la sua vita nelle sale e
viene archiviato dalla memoria? Per scoprirlo, Zanussi prende il giovane protagonista del suo
ultimo film (Serce na dloni) e lo manda a intervistare grandi attori del cinema polacco come Zbigniew Zapasiewicz, Małgorzata Zajączkowska, Daniel Olbrychski, e i personaggi che lo stesso Zanussi ha affidato loro nei suoi film. Risultato: un esperimento cinematografico senza precedenti in cui i film del passato riprendono vita in un nuovo film.

ALICE NELLA CITTA' – FUORI CONCORSO

TURTLE THE INCREDIBLE JOURNEY di Nick Stringer, Austria, 2009, 80’
Documentario. Voce originale Miranda Richardson, voce italiana Paola Cortellesi
Vera storia di una piccola tartaruga marina, che segue la rotta
dei suoi antenati in uno dei più straordinari viaggi nel mondo naturale. Nata su una spiaggia della
Florida, nuota lungo le correnti del Golfo verso l’Artico e infine nuota intorno al nord Atlantico prima di tornare alla spiaggia dov’è nata. Quando finalmente approda sulle rive della Florida sono passati 25 anni. Ma la sua spiaggia sarà ancora lì?

Last, but not least, ricordiamo che il presidente della giuria internazionale sarà Milos Forman.


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venerdì 25 settembre 2009

BERLINO O LA RICOSTRUZIONE PERMANENTE

“Quante Berlino ci sono state soltanto nel secolo appena trascorso? La stupefacente, dirompente, creativa Berlino degli anni Venti; la Berlino del truculento trionfalismo del Führer; poi le bombe, i russi, le distruzioni (e le violenze sulle donne, oggi finalmente riconosciute ed elaborate nella memoria). E poi gli americani con la loro invadente generosità; la divisione della città e la ripresa drogata della parte occidentale diventata città-vetrina del «mondo libero». La Berlino cuore della guerra fredda è segnata da episodi drammatici: il blocco sovietico del 1948-49; la crisi del 1958-63. Ma anche il luogo della prima grande rivolta antisovietica nel mondo comunista, il 17 giugno 1953. Poi nell’agosto del 1961 l’erezione del Muro.
Quest’ultimo episodio è il più traumatico, ma paradossalmente ferma e congela il ritmo mozzafiato precedente. Alla stabilizzazione politico-sociale coercitiva della Berlino orientale, capitale di un regime socialista «disciplinato» nel doppio senso della parola (controllato dal pervasivo sistema poliziesco della Stasi ma anche accettato e interiorizzato), corrisponde il dinamismo e l’irrequietezza della Berlino Ovest. Qui alla metà degli anni Sessanta nasce ed esplode il movimento di protesta studentesco, cui seguono alcuni episodi di terrorismo. Infine - dopo un attimo di pausa - l’incredibile notte del 9 novembre 1989 in cui il Muro viene aperto.”

Quello che avete appena letto è un estratto del nuovissimo libro di Gian Enrico Rusconi, Berlino. La reinvenzione della Germania, appena uscito per Laterza (un estratto più ampio lo trovate sull'edizione on line de La Stampa).
Rusconi presenterà il volume a Trieste mercoledì 21 ottobre, alle ore 18.00 presso la Libreria Minerva, nell'ambito della tranche autunnale della rassegna TRACCE DI MURO, organizzata da Alpe Adria Cinema e Goethe-Institut di Trieste e di cui a breve sarà disponibile il programma completo.



Per chi volesse approfondire il tema dell'evoluzione di Berlino, con particolare interesse al tessuto urbano della città, consigliamo la visione di BERLIN BABYLON, un documentario del 2001 diretto da Hubertus Siegert, con le musiche degli Einstürzende Neubauten. Il film mostra come Berlino abbia saputo ricostruirsi dopo la caduta del Muro e la riunificazione della parte occidentale con quella orientale (chi ci è stato almeno una volta negli ultimi 20 anni sa bene come la città sia veramente un work in progress dal punto di vista urbanistico). Fra immagini di cantieri e di una città in perenne ricostruzione, interventi di architetti di livello internazionale, fra cui Rem Koolhaas, Renzo Piano e I.M. Pei.
Sito ufficiale del film (in tedesco): www.berlinbabylon.de


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giovedì 24 settembre 2009

A SPASSO CON LA TRABANT

Ricordate il post sulle Trabant e sul loro prossimo ritorno in produzione? (Se ve lo siete perso, cliccate QUI)
Intanto, a Parigi, hanno pensato bene di farle sfilare...

Altre immagini sul sito dell'ANSA.


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mercoledì 23 settembre 2009

CELLULE D'INTERVENTION METAMKINE

Mercoledì 23 settembre 2009, ore 21
Al NAVEL di Cividale (UD) un evento imperdibile!

CELLULE D'INTERVENTION METAMKINE
Jérôme Noetinger dispositivo elettroacustico
Christophe Auger cineproiettori
Xavier Quérel cineproiettori

La Cellule è una struttura a geometria variabile che raggruppa musicisti e cineasti, ricercatori della relazione tra suono e immagine. Dal 1987 sono ospiti di tutti i più importanti festival di musica e di cinema sperimentale, rassegne d’arte contemporanea; numerose le collaborazioni con gruppi provenienti da diverse parti del mondo.
Attraverso la magia degli specchi, le multiproiezioni e una dislocazione ingegnosa durante le esibizioni dal vivo, i Metamkine in ogni performance producono e dirigono un nuovo film, riversando spirali di disegni e foto improvvisate, accompagnate dal vivo da una traccia audio di frammenti di nastro e suoni di antichi sintetizzatori. Le loro performances hanno un forte impatto viscerale, i loro materiali sono le pellicole ed il suono, il musicista e i cineasti sono sulla scena di fronte al pubblico e attraverso due specchi installati nella sala riflettono le immagini su uno schermo posizionato dietro di loro. Suoni e immagini sono elaborati in tempo reale.

Info: sito NAVEL
Pagina web di Metamkine


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lunedì 21 settembre 2009

GIORNATE DEL CINEMA EUROPEO

Fino al 27 settembre è ancora possibile assistere alle proiezioni del ricco programma delle Giornate del cinema Europeo di Firenze, manifestazione a vocazione “europeista”, che ha inaugurato con Deutschland 09 - 13 kurze filme zur Lage der Nation in anteprima italiana Deutschland '09: tredici episodi fra cinema e documentario che raccontano lo stato della Germania a 60 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, a 40 dalle rivolte giovanili del 1968, a 30 da "Germanie in autunno" e a 20 dalla caduta del Muro di Berlino. I registi del mosaico cinematografico sono Fatih Akin, Tom Tykwer, Wolfgang Becker, Sylke Enders, Dominik Graf, Romuald Karmakar, Nicolette Krebitz, Isabelle Stever, Hans Steinbichler, Hans Weingartner, Christoph Hochhäusler, Dani Levy e Angela Schanelec. La pellicola è stata presentata al Festival internazionale del Cinema di Berlino 2009 nella sezione Fuori Concorso.
Il festival ha confermato Orizzonti Europei, la selezione non competitiva internazionale in cui vengono presentati lungometraggi, fiction e documentari, come osservatorio sulle tematiche economiche, politiche e socio-culturali che coinvolgono il continente europeo. Segnaliamo l'anteprima italiana di Falco di Thomas Roth, sull'avvincente parabola del cantante e musicista austriaco Hans Hölzel (venerdì 25 alle 22.30, in replica sabato 26 alle 18.00).
Molte le anteprime e gli omaggi (come quello, molto interessante, sullo svedese Lukas Moodysson, anche se dal nostro punto di vista il piatto forte dell'edizione di quest'anno è il focus tematico su Berlino e sulla Germania che si interroga sulla propria identità, in occasione dei vent'anni dalla caduta del muro, Berlino vent'anni dopo. Possibile vedere tra gli altri Berlin Calling (protagonista il dj/attore Paul Kalkbrenner) alla presenza del regista Hannes Stöhr insieme al precedente Berlin is in Germany, vincitore del premio del pubblico alla sezione Panorama della Berlinale nel 2001. Tra i documentari il nuovissimo Gesicht zur Wand di Stefan Weinert (presente in Toscana) e In Berlin di Michael Ballhaus e Ciro Cappellari, un documentario sulla Berlino degli architetti, degli attori, dei dj, dei rapper, dei fotografi e dei registi. Inoltre un omaggio alla Berlino ripresa da Ruttmann nel 1927, Sinfonia di una grande città (che gli amici di Alpe Adria Cinema hanno gustato, insieme al rifacimento realizzato nel 2002 da Thomas Schadt, in primavera nell'ambito della rassegna Tracce di Muro a Trieste).



Da oggi alla conclusione del festival, ancora molti gli appuntamenti da non perdere. Fra gli altri, dell'area Alpe Adria, segnaliamo questa sera (21), Andrzej Wajda: robmy zdjecie (AndrzejWajda: Let's shoot!) di Maciej Cuske, Thierry Paladino, Marcin Sauter, Piotr Stasik, documentazione del set cinematografico di Katyn. Domani (22), la Sinfonia di Ruttmann alle 18.00, l'anteprima di Gesicht zur Wand alle 21.00, mercoledì 23 la Sinfonia di Schadt alle 18.00, sabato 26 alle 16.00 A nyomozó (The Investigator) di Attila Galambros (o Gigor), un curioso giallo ungherese dello scorso anno che racconta la storia di un uomo che conduce autopsie, cui a un certo punto viene commissionato un omicidio, menzione speciale al festival di Karlovy Vary 2008.

Sito ufficiale del festival: www.giornatecinema.eu


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domenica 20 settembre 2009

CARMEN MEETS BORAT

Capita, a volte, che al di fuori del circuito televisivo e delle sale si riesca a insinuare qualche film straniero particolarmente curioso. Spesso, è il caso di documentari particolari che trattano temi di particolare rilevanza sociale o che sanno raccontare una storia in modo particolarmente originale, divertente o diversa dal solito, capaci di entrare nel cuore del pubblico dei festival. Questo è un po' il caso del documentario girato dalla regista Mercedes Stalenhof in Romania, CARMEN MEETS BORAT. Presentato in anteprima italiana a gennaio al Trieste Film Festival, successivamente al Tekfestival di Roma e recentemente al festival della Lessinia (dove ha vinto il primo premio). Il film racconta la storia di Carmen, diciassettenne di Glod, uno sperduto villaggio gitano sulle montagne romene. La ragazza lavora nel bar del padre e viene corteggiata da Christi. Sogna però un futuro migliore altrove, di sposare l’uomo dei sogni e condurre una vita ricca e fantastica. Quando un uomo di nome Borat (proprio lui, non avete letto male) e la sua troupe arrivano in paese, tutti gli abitanti collaborano perché credono che stiano girando un documentario. Anche il padre e il nonno di Carmen fanno una comparsata nel film, ma dal momento che nessuno di loro capisce l’inglese, non sospettano nemmeno lontanamente di cosa si tratti. Non appena scoprono che il loro villaggio è stato fatto passare per kazako e che nel film Borat li chiama “prostitute”, “ladri” e “abortisti”, capiscono di essere stati presi in giro e si sentono oltraggiati. Quando due avvocati stranieri, un americano e un tedesco, arrivano a Glod e convincono il padre, il nonno di Carmen e il sindaco a fare causa alla Twentieth Century Fox per 30 milioni di dollari, l’atmosfera nel villaggio cambia di punto in bianco. Le persone si rendono conto che presto potrebbero diventare molto ricche e cominciano a fantasticare su quello che potrebbero fare con tutti quei soldi. All’improvviso, anche Carmen vede davanti a sé un futuro radioso: diventerà ricca e non avrà bisogno di lasciare famiglia e amici. Il paese diventerà un bel posto dove vivere e, in fondo, anche la prospettiva di sposare Christi non sembra poi così male. Ma la vera domanda è: il villaggio vincerà la causa? Come cambierà la vita dei suoi abitanti? E Borat finirà con lo scusarsi?



Il documentario, come si diceva, è stato realizzato da Mercedes Stalenhof. Nata nel 1966, si è laureata in storia dell’arte nel 1992 presso la Rijksuniversiteit di Leiden, nei Paesi Bassi. Dopo aver realizzato diversi filmati per la sezione dei Paesi Bassi di Amnesty international, Mercedes ha iniziato a scrivere e a realizzare cortometraggi e documentari. Carmen Meets Borat è stato presentato all’IDFA di Amsterdam, appuntamento festivaliero irrinunciabile per gli amanti del documentario.

sito ufficiale del film: www.carmenmeetsborat.com

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sabato 19 settembre 2009

I MILLE OCCHI DEL CINEMA

È partita ieri 18 settembre e continuerà fino al 26 settembre a Trieste l'ottava edizione del festival “I Mille Occhi”, diretto da Sergio Grmek Germani e organizzato dall'Associazione Anno Uno di Trieste. Tra i vari e curiosi percorsi che è possibile seguire in questa edizione, da segnalare sicuramente il Premio Anno Uno, che quest'anno viene dedicato a Helena Ignez, "la Musa del cinema novo" brasiliano e la mostra fotografica su Leo Castelli, collezionista e mercante d'arte triestino trasferitosi a New York agli inizi del secolo scorso, allestita nelle sale di Palazzo Gopcevich. E poi ancora si potrà assistere alla proiezione di alcune pellicole dell’attrice e regista serba Sonja Savic; Jean-Claude Rousseau, regista francese che si è poi formato nel circuito sperimentale del cinema d’avanguardia newyorkese dall’inizio degli anni ’80, presenterà i suoi De son appartement e Trois fois rien. L’attore Petar Jakonic sarà a Trieste per presentare Jug Jugoistok, da lui interpretato assieme a Sonja Savić. Marina Pierro incontrerà il pubblico nella duplice veste di interprete di alcuni film di Walerian Borowczyk presentati al festival e autrice di In Versi. Torna così a Trieste, dopo il corposo omaggio dedicatogli nel corso della diciannovesima e della ventesima edizione del Trieste Film Festival, il cinema geniale e "pazzo" di Walerian Borowczyk, accompagnato da una delle sue interpreti più significative, già nota al pubblico triestino (guarda la video-intervista a Marino Pierro realizzata a gennaio nell'ambito del TFF). Jackie Raynal, oltre ad essere la curatrice della sezione dedicata a Jacques Baratier, sarà presente con due sue regie, una delle quali è una preziosa intervista “in progress” a Rohmer. Un altro ritorno gradito è quello del cinema greco, che in questo ultimo anno sembra godere di rinnovata vitalità e visibilità (anche in questo caso il Trieste Film Festival ha aperto la strada con la prima tappa di un progetto biennale che vedrà il suo completamento nel gennaio 2010). I Mille Occhi presenta infatti in anteprima Gloria Mundi, il nuovo film di Nikos Papatakis, un lavoro sulla rappresentazione della tortura. Il viaggio nel cinema di Papatakis prosegue in questo primo weekend della manifestazione con la visione di Un chant d’amour, opera unica del drammaturgo Jean Genet, che Papatakis finanziò e produsse e di Oi voskoi, film in lingua greca, diretto dallo stesso Papatakis. Altro appuntamento imperdibile che coinvolge il regista franco-greco è il documentario Nico Icon (in programma oggi sabato 19, alle ore 15.00), in proiezione durante il primo weekend del festival. Il documentario è incentrato sulla figura della modella e cantante Christa Päffgen, musa ispiratrice di Andy Warhol, che da Nikos “Nico” Papatakis ereditò il nome con il quale tutti la conosciamo. Certo non un film nuovo, ma come perdere l'occasione di rivedere la meravigliosa Nico, voce indimenticabile e presenza inquietante e bellissima di pellicole come La cicatrice intérieure di Garrel?

Sito ufficiale del festival: www.imilleocchi.com


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mercoledì 16 settembre 2009

GDYNIA FILM FESTIVAL

È stata inaugurata il 14 con il corto di animazione Kinematograph di Tomas Beginski (già in concorso a Venezia) e proseguirà fino al 19 settembre la 34a edizione del festival del cinema polacco di Gdynia. Come ogni anno, gli eventi principali saranno i tre concorsi: il Concorso principale (composto da 23 film), quello del Cinema Indipendente, arrivato all'ottava edizione, e quello del Cinema giovane, riservata ai cortometraggi e ai film di diploma delle scuole di cinema.
Ai tre concorsi si aggiunge la sezione dedicata agli spettatori più piccoli, che sceglieranno il loro film preferito, e la sezione Panorama, che offre appunto uno sguardo ad ampio raggio sulla produzione polacca degli ultimi 12 mesi, in cui spiccano i lavori di Andrzej Wajda (Tatarak) e Krzysztof Zanussi (Rewizyta), completata dalla retrospettiva dedicata a Krzysztof Krauze, quest'anno anche presidente di giuria. Segnaliamo anche il progetto Dekalog 89 + vol. 1 (Decalogo 89 + vol. 1) con cui, a vent'anni dalla realizzazione del Decalogo di Kieślowski, 10 giovani registi hanno raccolto la sfida di affrontare di nuovo il tema dell'influenza dei 10 comandamenti sull'uomo moderno. Al festival viene presentata la prima parte dell'operazione, 5 storie il cui comun denominatore è il rapporto fra adulti e giovani. I registi di questi primi episodi sono Andrzej Mańkowski, Tomasz Olejarczyk, Kristoffer Karlsson Rus, Adrian Panek, Rafał Samusik.
Oltre alla consueta panoramica sulla produzione nazionale, il festival offrirà al suo pubblico la possibilità di incontrare una cinematografia estera, che quest'anno sarà quella israeliana. Oltre alle proiezioni, ci saranno incontri tavole rotonde e incontri con i registi, gli attori e i produttori dei film presenti.
Come in tutti i festival che si rispettino, poi, un'offerta generosa di eventi di contorno, concerti, mostre, presentazioni editoriali, incontri con gli autori e molto altro. In qualcuna di queste occasioni vi potrebbe capitare anche di imbattervi nella nostra direttrice Annamaria Percavassi, instancabile globetrotter di festival, alla ricerca di qualche perla da presentare al pubblico del prossimo Trieste Film Festival.

Sito ufficiale del festival: http://fpff.pl/index.php/eng


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lunedì 14 settembre 2009

SIGNE BAUMANE O IL SESSO VISTO DALLE DONNE

Fra le cose curiose dell'ultima edizione della 66a Mostra del Cinema di Venezia, le Giornate degli Autori hanno presentato TEAT BEAT OF SEX, omaggio a Signe Baumane, regista lettone.
Teat Beat of Sex è una serie di animazione formata da quindici episodi della durata di un minuto. L’argomento è il sesso trattato esclusivamente dal punto di vista di una donna. Protagonista della serie è Cynthia, “la ragazza della porta accanto con un tocco esotico”; sembra una come tante, ma ha un leggero accento straniero e ha avuto un’ampia gamma di esperienze sessuali. Nella serie spiega se le misure sono importanti per il piacere di una donna, perché le donne hanno bisogno delle mutandine, se la masturbazione fa male e molte altre cose. Tra i temi, quello della verginità, i misteri del punto G, cibo e sesso, sesso anale, alcol e sesso, orgasmo, malattie a trasmissione sessuale, mestruazioni, sesso di una notte, contraccezione. È un luogo comune che le donne siano troppo timide per parlare di sesso o che non abbiano niente di eccitante da dire sull’argomento. Niente di più falso! Le donne sono ossessionate dal sesso tanto quanto gli uomini. Vedere per credere! (sinossi tratta dal sito delle Giornate degli Autori)



Signe è nata in Lettonia e ha studiato a Mosca. Comincia fin da giovanissima a scrivere e a pubblicare, ma dopo la laurea in filosofia decide di dedicarsi all'animazione. Entra quindi all'Animated Film Studio di Riga, partendo dal lavoro più umile cioè quello di cell painter. Nel giro di pochi anni acquisisce l'esperienza necessaria per scrivere, dirigere e disegnare corti animati in 3D. Nel 199 ottiene un finanziamento dal governo lettone per realizzare il suo primo film di animazione The Witch and the Cow. Nel biennio ‘91-‘92 lavora a Mosca come illustratrice, pubblicando Krasnaya Shapochka (Little Red Riding Hood), il libro di poesie per bambini The Gilded Rhino e Kniga Tigrov (The Book of the Tigers). Nel 1993 torna a Riga e realizza il suo secondo film, Tiny Shoes, che si aggiudica il Gran Premio al Festival Internazionale del Cinema Femminile di Minsk. Il suo terzo film, The Gold of the Tigers (1995) è tratto dalla storia di un suo libro; nello stesso anno illustra il libro Why Angels Drive Scooters, di Stefan Randstrom. Nel 1995, lascia Riga alla volta di New York, dove comincia a lavorare nello studio indipendente di animazione di Bill Plympton, anche in questo caso come cell painter. Nel 1998 realizza il suo primo cortometraggio statunitense, Love Story, che partecipa e vince molti festival internazionali. Il film successivo, The Threatened One (1999) è l’interpretazione personale di un poema di Jorge Luis Borges e fa parte di un progetto internazionale sull’interpretazione visiva della poesia. Nel 2001 è la volta di Natasha, un cortometraggio di dieci minuti in collaborazione con Josh Rechnitz; nello stesso anno realizza gli inserti animati per il film XX/XY di Austin Chick e nel 2002 per il documentario di Andrei Zagdanski sull’artista russo Sitnikov. Ormai comprese le regole del “capitalismo selvaggio”, Signe si getta nell'impresa produttiva e nel 2002 lascia lo studio di Bill per crearne uno tutto suo. Contemporaneamente, porta avanti la collaborazione con lo studio di animazione lettone Rija Films. Nel 2005 realizza Dentist e Five Infomercials for Dentists. Due anni dopo, cominciato la serie Teat Beat of Sex, e realizza The Very First Desire, Now and Forever e Veterinarian. Quest’anno ha diretto il film Birth. Oltre a curare la propria carriera, Signe aiuta altri artisti a promuovere il loro lavoro, nell'ambito di festival e iniziative indipendenti e, assieme a Patrick Smith e Bill Plympton, è l’animatrice di Square Footage Films, un gruppo di animatori indipendenti newyorkesi che auto-pubblica e auto-distribuisce i propri lavori. I suoi film sono stati presentati nei festival più prestigiosi, ad Annecy, al Tribeca, al Sundance, a Berlino e Ottawa, e hanno ricevuto diversi riconoscimenti. Si può dire che per lei l'animazione sia una passione, anzi uno stile di vita.

www.signebaumane.com
www.teatbeat.com

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domenica 13 settembre 2009

PREMIO TULLIO KEZICH

All'indomani della chiusura della Mostra, torniamo a parlare del modo scelto dal primo festival italiano per omaggiare la figura di Tullio Kezich, scomparso recentemente. La Biennale di Venezia indice il Premio Tullio Kezich, un concorso nazionale per un saggio critico di argomento cinematografico. Possono partecipare giovani residenti in Italia fra i 18 e i 26 anni di età. Il concorso invita i partecipanti a elaborare un saggio critico che si riferisca a uno dei film della Selezione Ufficiale (Venezia 66, Fuori Concorso, Orizzonti, Controcampo Italiano) presentati alla 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Come premi, ospitalità completa e accrediti per la prossima edizione del festival, che si svolgerà dal 1° all'11 settembre 2010.
Per tutti i particolari del concorso visita: http://www.labiennalechannel.org/locator.cfm?PageID=51&contest=308

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sabato 12 settembre 2009

VENEZIA 66: I PREMI

La Giuria Venezia 66, presieduta da Ang Lee e composta da Sandrine Bonnaire, Liliana Cavani, Joe Dante, Anurag Kashyap, Luciano Ligabue, Sergei Bodrov dopo aver visionato tutti i venticinque film in concorso, ha deciso di assegnare i seguenti premi:

Leone d'oro: LEBANON di Samuel Maoz.

Leone d'argento per la migliore regia: ZANAN BEDOONE MARDAN (Women without men) di Shirin Neshat.

Premio speciale della Giuria: SOUL KITCHEN di Fatih Akin.

Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile all'attrice russa KSENIA RAPPOPORT, per La doppia ora di Giuseppe Capotondi.

Coppa Volpi per la Miglior interpretazione maschile a COLIN FIRTH, per A single man di Tom Ford.

Jasmine Trinca, protagonista femminile del film di Michele Placido Il grande sogno, ha vinto il premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice emergente.

Osella per la miglior scenografia: Sylvie OLIVÉ del film Mr. Nobody di Jaco Van Dormael

Osella per la migliore sceneggiatura: Todd SOLONDZ per il film Life During Wartime di Todd SOLONDZ

Premio ORIZZONTI - Leone del futuro: Engkwentro di Pepe Diokno, dramma sulle guerre tra bande di adolescenti.

Il premio Orizzonti Doc è andato invece a 1428 di Haibin Du, documentario sul grande terremoto del Sichuan che si è verificato alle 14.28 del 12 maggio 2008.

La menzione speciale è stata attribuita a Aadmi Ki Aurat Aur Anya Kahaniya dell'indiano Amit Dutta, che in tre episodi esplora la relazione fra uomini, donne e gli spazi fisici e mentali che abitano.

PREMIO CONTROCAMPO ITALIANO
La Giuria Premio Controcampo Italiano della 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, composta da Carlo Lizzani (Presidente), Giulio Questi, Marina Sanna ha deliberato all’unanimità di assegnare il
Premio Controcampo Italiano: Cosmonauta di Susanna NICCHIARELLI “per la capacità di ricordare attraverso gli occhi di una adolescente un momento cruciale del Novecento”
(leggi il nostro post sul film)

Menzione Speciale: Negli occhi di Daniele ANZELLOTTI e Francesco DEL GROSSO


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CORTO CORTISSIMO

In attesa di sapere chi si aggiudicherà il Leone d'oro, diamo un'occhiata ai primi premi assegnati dalle giurie della Mostra del Cinema. Già assegnato il Leone Corto Cortissimo, che va al regista Etienne Kallos per Eersgeborene (Sud Africa/Usa) "per l'analisi attenta e acuta di relazioni familiari che turbano profondamente". La Giuria di Corto Cortissimo, presieduta da Stuart Gordon e formata da Sitora Alieva e Steve Ricci, ha deciso anche di assegnare una Menzione Speciale al film Bedniereba (Felicità, Georgia, 30', con Gia Abesalashvili, Paata Guliashvili, Nino Kasradze, Rusudan Bolkvadze) di Salomé Aleksi, “perché affronta un serio problema politico ed economico in modo fresco e divertente”.
La storia è quella di Tamara, georgiana che vive in Italia, dove assiste una signora anziana per poter mantenere marito e figli che sono rimasti in patria. Il marito però muore in un incidente stradale e lei non può tornare a casa per il funerale perché, essendo un'irregolare, non può uscire dai confini italiani. Decide quindi di commemorare il marito da lontano attraverso il cellulare...
Salomé Aleksi è diplomata in regia a La Fémis di Parigi e lavora fra Tiblisi e Amburgo. Ha prodotto lei stessa il corto.
Approfittiamone per vedere quali altri corti dell'area Alpe Adria erano presenti nella sezione.
Cominciamo con il corto di animazione Kinematograf (Polonia, 12', con Max Baldry, Ben Bishop, Annika Boecker, Julia Boecker, Tim Everett, Melanie O'Connell, Jack Reeves) di Tomek Baginski. Francis è un inventore e sta lavorando a qualcosa che potrebbe cambiare le sorti del mondo. Purtroppo, però, non ha tenuto conto di una cosa e cioè del fatto che i sogni hanno sempre un prezzo e spesso concentrarsi solo su di essi fa perdere di vista tutto il resto. Baginski, che nel 2003 è stato candidato all’Oscar con The Cathedral, è un artista e animatore polacco. Per il suo bellissimo Fallen Art, del 2004, ha vinto un Bafta Award per il miglior corto d'animazione.
A Venezia ha poi avuto la sua premiere il corto di Jan Cvitkovic, per la terza volta a Venezia dopo il lungometraggio d’esordio Kruh in mleko (Bread and Milk, Leone del Futuro nel 2001) e Srce je kos mesa (Heart is a Piece of Meat), in concorso a Corto Cortissimo nel 2004. Ben conosciuto anche dal pubblico del Trieste Film festival, dove ha presentato nel 2006 il lungometraggio Ogrobadogroba, Cvitkovic ha presentato un corto frutto di una co-produzione italo-slovena, To je zemlja, brat moj (Questa è la terra, fratello mio, Slovenia, Italia, 9', con Medea Novak, Niko Novak, Tommaso Finzi), un viaggio verso il centro delle cose o, come dice lo stesso regista, alla ricerca di quella presenza che alcuni chiamano dio. Cvitkovic sta lavorando a un nuovo lungometraggio, Arheo, che dovrebbe essere pronto nel 2010.
Infine, Object #1 (Russia, 5', con Leonid Timtsynik, Pavel Akimkin) di Murad Ibragimbekov. Già vincitore del Leone d’Argento Corto Cortissimo nel 2003 con Neft (The Oil), Ibragimbekov presenta un'allegoria sui simboli del comunismo trasfigurati dalle memorie dell’infanzia.


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venerdì 11 settembre 2009

A MILANO TUTTO UN ALTRO CINEMA

Mentre si avvia a conclusione la Mostra del Cinema, parte uno dei festival più interessanti del panorama italiano, il MILANO FILM FESTIVAL. Come recita la presentazione ufficiale del festival, “Partito da un lavoro di ricerca sulle espressioni culturali contemporanee, Milano Film Festival è diventato una selezione estremamente interessante della produzione mondiale non legata alle logiche di mercato e ha assunto il ruolo di talent scout e di distributore alternativo: la ricerca e la diffusione delle opere sono i suoi punti di forza; la globalizzazione delle idee e delle espressioni, la sua cifra stilistica. Le opere provengono dai più diversi Paesi del mondo, anche i più sperduti e meno rappresentati: sono lungometraggi e cortometraggi mai visti in Italia, presentati senza divisioni per categorie e discriminazioni di sorta”.
Ed è difficile contestare una simile dichiarazione di intenti, perlomeno a giudicare dal ricco e bellissimo programma di questa quattordicesima edizione, che si svolge da oggi 11 settembre fino al 20. Cuore del festival i due concorsi dedicati a lungometraggi e cortometraggi. Il primo è composto da 7 opere prime e 4 opere seconde, fra cui segnaliamo Tamo i ovde (Here and There), opera prima del serbo Darko Lungulov (cui dedicheremo un post apposito), mentre il secondo presenterà circa una sessantina di opere. Il Milano Film Festival dedica quest’anno la retrospettiva completa a Ermanno Olmi, che interverrà durante il festival, mentre ogni suo film sarà preceduto da un dibattito con ospiti.
Ci piace ricordare l'ampio spazio che il festival dedica al cinema documentario, approfondito in Colpe di Stato, una selezione di 8 film che restituiscono un quadro complesso delle ingiustizie e dei crimini commessi dai governi "democratici" e dal sistema di potere e nell'omaggio al regista israeliano Avi Mograbi, che comprenderà una retrospettiva di tutti i suoi film (lungometraggi e
cortometraggi) e una masterclass sul cinema documentario.
Il festival è ricchissimo di altri eventi: da non perdere il nuovo film di Michel Gondry, L'èpine dans le coeur (The Thorn in the Heart), presentato quest'anno a Cannes; il focus animazione, con in programma due “maratone” di corti, un workshop sulla tecnica della Pixilation tenuto dall'animatore portoghese José Miguel Ribeiro; Invisible Japan, in collaborazione con MiTo, la rassegna che vede vicini titoli acclamati e vincitori di prestigiosi riconoscimenti alle ultime edizioni dei festival del cinema internazionali, e mai distribuiti in Italia, opere di autori consacrati e di culto, come Kiyoshi Kurosawa o Shinya Tsukamoto, e pellicole di nuovi talenti, come Naoko Ogigami o Yoshida Daihachi. E poi ancora: Incontri italiani, 20 corti e 3 lunghi per raccontare le produzioni del nostro paese; Immigration Day. Piacere immigrato, giornata dedicata alle comunità straniere presenti a Milano, pensata e organizzata in collaborazione con il Naga; Milano Film Festivalino (due weekend di laboratori e proiezioni, appuntamenti tutte le mattine con le scuole elementari e babysitting serale); Soundoc, senza dubbio una delle più interessanti rassegne di documentari musicali che si possono gustare attualmente in un festival italiano, pensata e realizzata in collaborazione con il festival In-Edit Beefeater di Barcellona, che presenta un focus su Jem Cohen, e una selezione di film che rappresentano un vero e proprio viaggio musicale intorno al mondo, con musica dalla Cambogia, Cina, Guinea (da non perdere Dub Echoes e Favela on Blast).
Sono ancora tante le iniziative che il festival propone, dalla musica live (consulenza artistica di Roy Paci e Manuel Agnelli) agli appuntamenti editoriali di Posto unico, dalle Midnight Screenings (film a sorpresa scelto dal proiezionista!) a Godless America, cinema indipendente made in USA, da Città in movimento (rassegna che si occupa delle trasformazioni delle città) ai 5 titoli scelti da Niccolò Ammaniti. Impossibile non dimenticarsi qualcosa, perché quello di Milano è veramente un festival composito, multi-sfaccettato e attento a moltissime tematiche sociali che il cinema può aiutare a raccontare.
L'unico consiglio che possiamo darvi è, se siete in zona, di seguirne il più possibile!

www.milanofilmfestival.it


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martedì 1 settembre 2009

NON SOLO VENEZIA

Si inaugura oggi la 66a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, ma l'Italia dei festival è anche un'altra, quella dei festival piccoli ma curati, forti di una lunga tradizione o neo-nati, più o meno noti, ma sempre interessanti da seguire per l'originalità delle proposte cinematografiche.
Assolutamente da segnalare l'Asolo Art Film Festival, arrivato alla 28a edizione. Il festival, che è iniziato il 28 agosto e si concluderà il 6 settembre presenta anche quest'anno un programma interessante. Rinato nel 2001 dopo una lunga interruzione, il festival nasce in origine nel 1973 come Festival Internazionale del Film sull’Arte e di Biografie d’Artisti, con il fine preciso di promuovere la diffusione del cinema sull'Arte. Missione che viene tuttora portata avanti con passione e impegno e che si concretizza in una manifestazione originale, che comprende sei sezioni: Film sull'Arte, Biografie d'artista, Film sull'architettura e design, Video arte e Computer art, Produzioni di scuole di cinema, Armonia e territorio.
Corposa la presenza in tutte le sezioni di film provenienti dall'area di interesse di Alpe Adria, di cui ci limitiamo a segnalare alcuni titoli: nella sezione Biografie d'artista: Andrzej Wajda: robm y zdjecie! - Andrzej Wajda: let's shoot! (Polonia 2009, 54') del Paladino Film Group (M. Cuske. T. Paladino, M. Sauter, P. Stasi), documentario girato sul set di Katyn; nella sezione Armonia e territorio, Granica - Border (Austria 2009, 6') di Eni Brandner, che documenta il confine temporaneo, internazionalmente non riconosciuto, della “Republic of Serbian Krajina” e il suggestivo Letunt vilag- Lost World (Ungheria 2008, 20') di Gyula Nemes, che racconta la vita, la demolizione e la ricostruzione della diga di Kopaszi, girato per dieci anni in un paesaggio dimenticato nel centro di Budapest; nella sezione Film sull'arte troviamo: Ponad chodnikami - Above the Pavements (Polonia 2008, 24') di Piotr Stasik, sulle vicissitudini di un pianista diciottenne e infine Solo (Polonia 2008, 55') di Maciej Pisarek, intenso ritratto del compositore polacco Boguslaw Schaeffer, vincitore del Gran Premio al Festival International du Film sur l'Art di Montreal.
Per il programma completo e tutte le info sul festival: http://www.asolofilmfestival.it

Facciamo poi un balzo lunghissimo e andiamo a Lecce, dove sta per partire la sesta edizione del Salento International Film Festival, che anche quest'anno rinnova la volontà di promuovere il cinema indipendente, con particolare attenzione al lavoro dei giovani e alla scoperta di nuovi talenti, creando un'occasione di confronto tra le produzioni cinematografiche nazionali e internazionali. La manifestazione, che si svolgerà dal 4 al 13 Settembre 2009 a Tricase (Lecce), è articolata in diverse sezioni: Concorso internazionale lungometraggi, Concorso internazionale documentari, Concorso internazionale cortometraggi, Concorso di cortometraggi di registi italiani, Alle donne piace corto: Concorso internazionale di cortometraggi diretti da donne.
A queste, si aggiungono la rassegna fuori concorso GLC- Gay-Lesbian Culture, sul cinema Gay & Lesbo, cerimonie di premiazione e serate di gala, eventi collaterali gratuiti e soprattutto una sezione specifica dedicata alla promozione della cultura cinematografica di un paese ospite, che per l'edizione del 2009 è l'India, a cui sarà dedicata la sezione speciale fuori concorso Bollywood.
(fonte: Cinecittà news)
Dell'area Alpe Adria segnaliamo: in concorso documentari, Lost Songs of Anatolia (Turchia, 2008, 95') di Nezih Unen, viaggio affascinante nella musica tradizionale anatolica e nel concorso internazionale cortometraggi (foto a sinistra), Patience of the memory (Germania, 2008, 7') di Vuk Jevremovic, dedicato alla città di Dresda. Quest'ultimo ha ottenuto in questi giorni una menzione speciale al Concorto Film Festival del cortometraggio.
Per il programma completo e tutte le info sul festival: http://www.salentofilmfestival.com


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