Quiz per cinefili: cos'hanno in comune film tanto diversi come Finalmente domenica di Truffaut, 8 donne e un mistero di Ozon, La famiglia di Scola, Callas Forever di Zeffirelli (oltre all'evidente fatto di essere stati diretti da grandi registi e aver segnato in modi diversi la storia del cinema e del costume)? Tutti sono stati interpretati da una delle attrici più affascinanti e indimenticabili della seconda metà del ventesimo secolo: la musa del cinema francese e mito vivente Fanny Ardant! Potrete quindi immaginare la nostra emozione quando abbiamo avuto la conferma che “Fanny” (come la chiamiamo ormai fra noi negli uffici) sarà ospite del Trieste Film Festival, protagonista di un evento eccezionale ovvero il suo esordio alla regia. Presentato a Cannes lo scorso maggio, dove l'autrice è stata omaggiata con una proiezione speciale, il film si intitola Cendres et sang. Perché abbiamo scelto di presentarlo (addirittura come evento speciale di chiusura del festival)? La vicenda è, in realtà, molto legata ai paesi di cui si occupa da vent'anni il festival perché inizia in Francia, dove la protagonista vive, ma racconta anche il suo ritorno a casa, in quella Romania che il nostro pubblico ha imparato a conoscere al di là degli stereotipi e delle convinzioni limitanti anche – e di questo andiamo fieri – grazie ai film che abbiamo scelto di inserire nei nostri programmi con frequenza sempre maggiore negli ultimi anni. La storia è quella di Julia, che da anni vive a Marsiglia con i tre figli, dove si è trasferita dopo la morte del marito, avvenuta quasi dieci anni prima. Dopo anni trascorsi nel rifiuto di rivedere la propria famiglia e tornare nel proprio paese, cede ai loro desideri e accetta un invito al matrimonio di un loro cugino. I quattro partono per trascorrere l'intera estate in Romania, alla riscoperta delle proprie origini e del passato. Il ritorno della donna riaccende però vecchi odi fra clan rivali. La spirale di violenza si mette in moto in modo inesorabile e a parlare sarà il sangue. Una storia forte, quindi (ispirata dal libro dello scrittore albanese Ismaïl Kadaré), che la Ardant ha voluto fin da subito trasferire su pellicola, tanto da scrivere lei stessa anche la sceneggiatura. Al progetto si è appassionato immediatamente Paulo Branco (già produttore, fra gl altri, di De Oliveira, Wenders, Ruiz), il quale si è unito all'avventura, così come hanno fatto tanti amici della Ardant, Gérard Depardieu in primis, aiutandola a reperire i fondi necessari a realizzare il film. Il film, che si avvale della splendida fotografia di Gérard de Battista e della presenza di ottimi attori (Ronit Elkabetz, una delle più note attrici israeliane, tanto per dirne una) tocca temi complessi, come quello della violenza. Proprio a questo proposito, l'autrice ha dichiarato: “Tutto quello che perdiamo o conquistiamo è spesso il risultato di una violenza, anche di una violenza subita. Sopportiamo cicatrici di ogni genere, risultati di quello che abbiamo accettato. Nel raccontare la storia di questa famiglia, volevo parlare dei segni lasciati dalla violenza, dalla sopraffazione, dall'autorità della legge e dall'umiliazione...”
Il film verrà presentato il 28 gennaio al Cinema Ariston, dove la Ardant incontrerà il pubblico in sala prima dell'inizio della proiezione e dopo la premiazione della 21 edizione del festival. Chissà se ci svelerà i suoi progetti futuri, magari per un altro film come regista...
Comunque sia, non vediamo l'ora! Siete tutti invitati!
Comunque sia, non vediamo l'ora! Siete tutti invitati!
www.triestefilmfestival.it
infoline: 040 3476076
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