sabato 23 gennaio 2010

STILJAGI: A RITMO DI SWING

Alle 22.30 al Teatro Miela, evento speciale della sezione Muri del suono: STILJAGI (Hipsters/Scarpette russe) di Valerij Todorovskij. È il 1955. Stalin è morto da due anni, ma nemmeno il disgelo di Kruscev può evitare che le squadre del Komsomol, l'organizzazione giovanile del Partito Comunista dell'Unione Sovietica perseguitino gli amanti dei ritmi jazz e della moda americana. Lo studente Mels (il cui nome è l'acronimo di Marx-Engels-Lenin-Stalin, nientemeno) si trova coinvolto in uno di questi raid quando si imbatte nella bella Polya, Polly per gli amici. Inizialmente per conquistarla, ma poi con sempre maggior convinzione, si unisce al suo gruppo di stilijagi, giovani moscoviti come lui che forse credono pure nel luminoso futuro promesso loro dallo Stato, ma che per il momento preferiscono passare il proprio tempo libero in un locale che si chiama “Broadway”, un microcosmo catapultato nel cuore della capitale sovietica direttamente dalle strade di New York. Mels (divenuto ora Mel) scopre un mondo nuovo, fatto di vesiti dai colori sgargianti che spiccano tremendamente nel grigiore delle persone “normali”, musica d'oltreoceano e Polly. Cacciato dal partito, si consola con il sassofono, che impara a suonare da virtuoso nel giro di una notte. Si fa nuovi amici, fra cui Fred. Figlio di un diplomatico, uno dei pochi del gruppo a sapere veramente l'inglese e l'unico che riuscirà ad andare veramente nella amata America. Tornerà anche indietro Fred, ma le notizie dalla vera Broadway non saranno così buone...




Primo musical prodotto dopo la caduta della Cortina di Ferro (il regista è figlio d'arte e il padre, il regista Pyotr Todorovskij, girò anch'egli un musical nel 1986, Po glavnoy ulitse s orkestrom), a metà strada fra Grease e West Side Story (probabilmente per la tematica, a qualcuno ha ricordato anche Swing Kids – Giovani ribelli) il film è divertente, gioioso e godibilissimo e contiene un messaggio positivo sulla capacità che ha la musica di sostenere l'affermazione delle persone come invidui dotati di una propria speciale particolarità. Ottimi i numeri musicali, splendide e colorate le coreografie. Un vero piacere per gli occhi e per le orecchie (la colonna sonora contiene classici dell'epoca sovietica rivisitati e pezzi originali), il film è stato presentato e accolto con entusiasmo in diversi festival internazionali, fra cui Toronto e Karlovy Vary, e ha fatto recentemente incetta di premi NIKA in Russia (Miglior Film, Miglior Suono, Miglior Scenografia, Migliori Costumi).
Valerij Todorovskij è regista, sceneggiatore e produttore. Nato a Odessa nel 1962, si è diplomato in sceneggiatura allo VGIK di Mosca nel 1984. Ha scritto la sceneggiatura di 14 film e ottenuto negli anni diversi riconoscimenti a livello internazionale. Ha esordito nella regia nel 1989 con Katafalk, seguito da altri film di successo (fra cui Lyubov nel 1991, Katya Ismailova nel 1994, Lyubovnik nel 2002, Moj svodny brat Frankenshteyn, 2004).



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