All'inizio, quando abbiamo cominciato a ragionare sulla possibilità di dedicare una rassegna cinematografica all'anniversario della caduta del Muro di Berlino, pensavamo sinceramente che non ce l'avremmo mai fatta. A lungo, io e Tiziana ci siamo chieste se a qualcuno sarebbe interessato vedere o rivedere film che raccontano quello che c'è stato prima, durante e dopo quel 9 novembre del 1989, cosa significava vivere col Muro e come è cambiato il mondo da allora. Forse, ci siamo dette, è passato troppo tempo, le urgenze sono altre, la crisi avanza (e nemmeno noi ce la passiamo troppo bene!), magari la gente ha altro a cui pensare. Poi, c'è stata la prima giornata. Abbiamo scelto di aprire con un documentario pressoché muto, girato negli stessi giorni della caduta, un film lungo, intenso, documento straordinario della fine di un'epoca, una diretta dalla Storia. A seguire Il cielo sopra Berlino, capolavoro che tantissimi dicono di aver visto, ma chissà poi quanto questo sia vero. Personalmente, non vedevo il film da qualche anno e le ultime volte era sempre stato in DVD, avevo dimenticato la bellezza e la purezza delle immagini, la profondità del racconto, il genio di Wenders. In sala c'erano molte persone, moltissimi i giovani, diversi - alla fine della proiezione - ci hanno ringraziato per la selezione, è stato veramente bello. Uno di quei momenti troppo rari in cui ti dici "sto facendo esattamente quello che voglio fare". La seconda giornata è andata ancora meglio, i film erano molto diversi (l'unico film gay girato nella DDR ed Hedwig, pop intelligente all'ennesima potenza), così come i volti del pubblico, grande la nostra felicità! Adesso ci fermiamo un po', lasciamo spazio agli amici del Nodo e al loro festival del documentario (cui abbiamo già dedicato un post). Ritorneremo il 18 con un altro capolavoro assoluto, Berlino - Sinfonia di una grande città di Walter Ruttmann, Germania 1927, e il rifacimento di Thomas Schadt del 2002 . Siamo molto curiose di vedere se anche allora le persone arriveranno, forse saranno ancora diverse, di altre età, altri interessi, altri gusti. Non c'è che dire, questo viaggio nel tempo si sta rivelando molto interessante e divertente. Ci abbiamo preso così gusto che ci dispiaceva lasciar passare così tanto tempo fra il 4 e il 18 maggio e così abbiamo deciso di fare tappa intermedia a Cavò, che non è solo il nome di questo blog, ma anche del rifugio video-espositivo di Alpe Adria Cinema, il nuovo spazio esclusivo riservato ai soci di AAC. Una tappa all'insegna della leggerezza e della musica con SONNENALLEE, un film del 1999 di Leander Haussmann, che racconta la vita quotidiana di un gruppo di ragazzi di Berlino Est, che fra scherzi, primi amori, non riescono a decidersi tra le tentazioni dell’Ovest - la musica rock - e l’impegno nella gioventù del Partito Comunista. E il Muro non riesce a fermare la loro voglia di divertirsi, di ascoltare musica e di ballare...
ORE 21.00, VIA SAN ROCCO 1. Possono assistere solo i soci, che sanno già come funziona. A tutti gli altri diamo appuntamento lunedì 18 maggio al Cinema Ariston!
Sonnenallee - The Letter - MyVideo
"Sonnenallee (letteralmente Strada del sole) è il nome di una strada di Berlino divisa un tempo dal Muro. Uno dei suoi estremi finiva appunto nella Germania est, dov’è ambientato l’omonimo film di Leander Haußmann. Benché sia uscito già da qualche mese, il film alimenta ancora molte polemiche nell'ex Germania orientale, dove il ricordo delle persone che sono rimaste uccise nel tentativo di attraversare il confine fra le due Germanie e gli atteggiamenti intimidatori della polizia segreta è ancora vivo e doloroso. La storia fornisce, comunque, spunti preziosi su quella che era la vita quotidiana in una piccola zona di confine della vecchia Berlino. (…) Benché la commedia sia centrata soprattutto sulla divisione fra est e ovest e sulla situazione politica tedesca degli anni ’70, il film è di quelli senza tempo e potrebbe essere ambientato ovunque. Le insicurezze e i sogni tipici della gioventù e le situazioni comiche che ne derivano sono universali. Non si può che provare simpatia per i personaggi e lasciarsi travolgere da un generale senso di allegria. Benché questo sia il debutto di Leander Haußmann dietro la macchina da presa dopo anni di lavoro in teatro, il prodotto è ben riuscito e vivace e si sente che il regista è riuscito a gestire fino in fondo il passaggio dal palcoscenico al cinema.
Secondo uno dei due co-produttori, Katrin Schlösser della "ö"-Filmproduktion, uno degli intenti del film era quello di mostrare che anche gli adolescenti cresciuti all’est si sono divertiti. La maggior parte della troupe, compreso il regista e il produttore, sono cresciuti là. La trama non è sempre così leggera e non vuole sostenere l’idea che quelli fossero bei tempi, semplicemente è una richiesta di riconoscimento dell’est verso l’ovest che anche l’esistenza dei giovani tedeschi della DDR aveva i suoi lati buoni. Dal punto di vista di qualcuno che non vive in Germania, quello che conta è la gioia che irradia da questo film, la sensazione di speranza e di fiducia che il bene prevarrà che infonde nello spettatore. In questo senso, la sequenza di ballo finale è così assurda che quasi ti viene voglia di alzarti e ballare fra le sedie. Magari Sonnenallee non avrà la trama più originale del mondo, ma gli standard produttivi sono alti e gli attori bravi, per cui se volete sentirvi bene e volete farvi un’idea – per quanto limitata – di cosa può aver significato crescere a Berlino Est questo film è ciò che fa per voi."
Traduzione dall’originale di Elke de Wit ("The Sunnier Side of East Germany", Central Europe Review, vol. 2, n. 9, 06/03/2000)
ORE 21.00, VIA SAN ROCCO 1. Possono assistere solo i soci, che sanno già come funziona. A tutti gli altri diamo appuntamento lunedì 18 maggio al Cinema Ariston!
Sonnenallee - The Letter - MyVideo
"Sonnenallee (letteralmente Strada del sole) è il nome di una strada di Berlino divisa un tempo dal Muro. Uno dei suoi estremi finiva appunto nella Germania est, dov’è ambientato l’omonimo film di Leander Haußmann. Benché sia uscito già da qualche mese, il film alimenta ancora molte polemiche nell'ex Germania orientale, dove il ricordo delle persone che sono rimaste uccise nel tentativo di attraversare il confine fra le due Germanie e gli atteggiamenti intimidatori della polizia segreta è ancora vivo e doloroso. La storia fornisce, comunque, spunti preziosi su quella che era la vita quotidiana in una piccola zona di confine della vecchia Berlino. (…) Benché la commedia sia centrata soprattutto sulla divisione fra est e ovest e sulla situazione politica tedesca degli anni ’70, il film è di quelli senza tempo e potrebbe essere ambientato ovunque. Le insicurezze e i sogni tipici della gioventù e le situazioni comiche che ne derivano sono universali. Non si può che provare simpatia per i personaggi e lasciarsi travolgere da un generale senso di allegria. Benché questo sia il debutto di Leander Haußmann dietro la macchina da presa dopo anni di lavoro in teatro, il prodotto è ben riuscito e vivace e si sente che il regista è riuscito a gestire fino in fondo il passaggio dal palcoscenico al cinema.
Secondo uno dei due co-produttori, Katrin Schlösser della "ö"-Filmproduktion, uno degli intenti del film era quello di mostrare che anche gli adolescenti cresciuti all’est si sono divertiti. La maggior parte della troupe, compreso il regista e il produttore, sono cresciuti là. La trama non è sempre così leggera e non vuole sostenere l’idea che quelli fossero bei tempi, semplicemente è una richiesta di riconoscimento dell’est verso l’ovest che anche l’esistenza dei giovani tedeschi della DDR aveva i suoi lati buoni. Dal punto di vista di qualcuno che non vive in Germania, quello che conta è la gioia che irradia da questo film, la sensazione di speranza e di fiducia che il bene prevarrà che infonde nello spettatore. In questo senso, la sequenza di ballo finale è così assurda che quasi ti viene voglia di alzarti e ballare fra le sedie. Magari Sonnenallee non avrà la trama più originale del mondo, ma gli standard produttivi sono alti e gli attori bravi, per cui se volete sentirvi bene e volete farvi un’idea – per quanto limitata – di cosa può aver significato crescere a Berlino Est questo film è ciò che fa per voi."
Traduzione dall’originale di Elke de Wit ("The Sunnier Side of East Germany", Central Europe Review, vol. 2, n. 9, 06/03/2000)
Beh... è curioso. Vivo a Berlino e ieri sera ho visto il film... Allora ho pensato, proprio questa mattina, di andare a vedere "Sonnenallee" dal vivo... da Hermannplatz (ovest) fino al confine con l'est. Qui oggi, dove c'era il muro, c'è solo una striscia sull'asfalto che dice "Berliner Mauer 1961 - 1989". Qui trovate la foto che ho scattato stamattina: http://ff.im/hTLtF
RispondiEliminaArtNite