mercoledì 28 ottobre 2009

LA CALMA DEL PIÙ FORTE

In occasione dell'uscita dell'ultimo libro dello scrittore "triestino" Veit Heinichen, La calma del più forte (E/O edizioni), Libreria Minerva, La Cappella Underground, Bonawentura/Teatro Miela e Alpe Adria Cinema, con il patrocinio di FVG Film Commission organizzano al Teatro Miela un incontro speciale.
Martedì 3 novembre, alle 18.30 Massimo Carlotto presenterà in anteprima nazionale La calma del più forte, dialogando con l'autore.
Alle 17.00 e alle 20.30 verranno proposti i primi due episodi della serie realizzata dalla televisione tedesca e tratta dai romanzi di Heinichen con protagonista il Commissario Laurenti, presentati per la prima volta in Italia nell'ambito della 18° edizione del Trieste Film Festival del 2007.

Tutti gli eventi sono ad ingresso libero.

Il libro
Una tersa mattina di dicembre, durante una gita in bicicletta sul Carso, l’ispettrice di polizia Cardareto viene aggredita da un cane da combattimento, che scompare improvvisamente nel nulla. Qualche giorno dopo, il commissario Laurenti si ritrova involontariamente sulla scena di un delitto: Marzio Manfredi, un imbalsamatore di animali che vive accampato in un rifugio di fortuna sul Carso, viene ritrovato morto, strangolato da un cappio di metallo. I due eventi, apparentemente scollegati, sembrano però condurre a una pista comune: Goran Newman, misterioso uomo d’affari che opera nel campo della speculazione finanziaria con enormi traffici di denaro di dubbia provenienza, sembra essere il bersaglio di un attentato organizzato dal gruppo irredentista "Istria liberta, Dalmazia nostra", che vede coinvolto anche il defunto Manfredi e altri soci implicati in giri poco puliti – tra cui l’organizzazione di incontri clandestini tra cani da combattimento.
In un romanzo di scottante attualità, Veit Heinichen spalanca i retroscena della crisi economica mondiale in corso, addentrandosi nei labirinti della mafia dell’alta finanza, tra politici corrotti, affaristi senza scrupoli, speculazione edilizia, bolle finanziarie e mutui Subprime.

Programma completo

ore 17.00 proiezione di
Commissario Laurenti. I morti del Carso di Sigi Rothemund (Germania, 2006, 90', versione originale sottotitolata in italiano)
Trieste è battuta da una gelida Bora nera che ben si confà all’umore del commissario Proteo Laurenti, impantanato nel bel mezzo di una crisi coniugale. Il panorama è ulteriormente oscurato da una serie di delitti. Una casa sul Carso esplode nella notte con tutti i suoi abitanti. Un pescatore perde la vita in mare e il proprietario del peschereccio viene ritrovato giustiziato in modo misterioso non lontano dalla Foiba di Basovizza. Contrapposti desideri di vendetta governano i sentimenti di Nicoletta Marasi e del vecchio Gubian. Per Proteo, una schiarita sembra arrivare con Živa Ravno, magistrata croata, che fornirà un aiuto importante alla soluzione d’una catena di omicidi provocati da cupidigia, ritorsione e amore non corrisposto.

ore 18.30 Veit Heinichen incontra il pubblico in una conversazione con Massimo Carlotto e presenta La calma del più forte

ore 20.30 proiezione di
Commissario Laurenti. A ciascuno la sua morte di Sigi Rothemund (Germania, 2006, 90', versione originale sottotitolata in italiano)
Un lussuoso motoscafo si arena di fronte alla costiera triestina. Il proprietario, Bruno de Kopfersberg, imprenditore austriaco residente a Trieste, è scomparso. Anni prima il commissario di polizia Proteo Laurenti lo aveva accusato della morte della moglie, ma non era riuscito a farlo condannare. Ora Laurenti dovrà scoprire cosa si nasconde dietro alla sua scomparsa e incontrerà nel socio di de Kopfersberg, Viktor Drakić, il suo peggior nemico. Altre morti complicheranno l’estate caldissima di Laurenti e della sua vivace famiglia. Una moglie inquieta, una figlia in lizza per Miss Trieste e un figlio troppo spesso ospite della questura non riusciranno però a distrarlo abbastanza per non scoprire un traffico internazionale di prostituzione e tangenti.


Veit Heinichen
“Nato nel 1957 in una cittadina agli estremi confini sud occidentali della Rft, non lontano dalle fonti del Danubio, Veit Heinichen ama definirsi “un figlio delle frontiere” e la sua vocazione al superamento dei confini ha certamente influenzato anche la sua biografia. Terminati gli studi di Economia, ha lavorato nella direzione della Daimler Benz, per diventare poi libraio e intraprendere successivamente la carriera di editore prima a Zurigo e a Francoforte, e poi a Berlino, dove nel 1994 ha fondato la Berlin Verlag che ha diretto fino al 1999. Alla scrittura si dedica fin dagli anni ’70. Il rapporto con Trieste è iniziato in un freddo gennaio del 1980. Nel corso degli anni l’attrazione esercitata dalla città è stata così forte da spingerlo a tornare più volte, fino a quando ne ha fatto il suo luogo di residenza. Oggi vive sulla costiera, in una vecchia casa nascosta dal verde, a metà strada tra i castelli di Miramare e di Duino.
Claudio Magris ha scritto che “Veit Heinichen ha tutti i requisiti per essere considerato uno scrittore triestino, forse più di chi è nato e cresciuto nella città e ne condivide quindi meno l’anima plurima e randagia”. “Trieste è una città alla quale è impossibile attribuire una singola identità, – ricorda il giallista – perché è il prodotto di una serie di complementarietà e di opposizioni. Ovvero: ciò che non è più, e ciò che potrebbe – nuovamente – essere, se solo lo volesse.” Questa visione dello “stato delle cose” lo ha spinto a prendere anche chiare posizioni politiche e a dare il suo personale contributo alla creazione di progetti per il futuro della città. Nei suoi romanzi non troviamo infatti traccia della solita rappresentazione della Trieste asburgica, del porto imperial-regio e dello splendore di tempi che non torneran-no più. Heinichen è calato nel nostro presente, un presente marchiato dalla corruzione internazionale, da nuove forme di schiavitù, dal traffico di armi, droga, esseri umani e di organi, dalla collusione tra servizi segreti e criminalità organizzata. (…) In questo La Trieste descritta in questi romanzi non è solo quella della corruzione e del crimine, è fatta anche di sapori e di odori che si manifestano al lettore nella descrizioni di pranzi e spuntini, di cene e grigliate, nei ristoranti, bar e buffet più amati dallo scrittore. Non a caso anche il commissario Proteo Laurenti è un gourmet e spesso alla scelta di un buon ristorante dedica più attenzione che non a un problema di lavoro. Nei romanzi di Veit Heinichen, Trieste è riprodotta a dimensioni reali” (estratto dell'introduzione scritta da Elisabetta D'Erme per il catalogo del 18° TFF)


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