È notizia di oggi che Essential Killing, il nuovo film del genio resuscitato del cinema polacco, Jerzy Skolimowski, sarà pronto in tempo per essere presentato alla 67a Mostra del Cinema di Venezia, dove sarà in concorso.
Skolimowski, genio assoluto e autore di film incredibili come The Shout, era scomparso dalle “scene” dopo aver realizzato nel 1991 Ferdydurke. Una delle poche apparizioni (potremmo dire “fantasmatica”) era stata quella come attore ne La promessa dell’assassino di Cronenberg (nel 2007). Nel film interpretava il ruolo dello zio della protagonista, Stepan, un immigrato russo a Londra che, a un certo punto, scompare dalla circolazione in circostanze particolari, tanto che si teme per la sua incolumità. Alla fine del film si scopre, in uno strano cortocircuito fra vita e finzione, che Stepan non è morto, ma è da qualche parte al sicuro, solo un po' nascosto, un po' come se lo stesso Jerzy avesse voluto dire “Ehi, non sono morto, sono solo da qualche parte, e tornerò!”.
E tornato lo è, nel 2008 con Cztery noce z Anną (Quattro notti con Anna), storia del 40enne Leon Okrasa, che lavora come fuochista nel crematorio dell’ospedale. Testimone in passato (o autore?) di un brutale stupro ai danni di Anna, che ora ha 30 anni e lavora come infermiera nello stesso ospedale, l'uomo spia la ragazza, sia di giorno che di notte. Anna diventa una tale ossessione che Leon una notte si introduce in casa sua e comincia, notte dopo notte, a intervenire nella sua vita in modo impercettibile, riattaccandole un bottone, riparandone un orologio, sostituendo il cibo andato a male nel frigorifero... (vi sembra una storia strana? Aspettate di sentire quella del nuovo film) Un giorno, Leon viene arrestato proprio mentre si sta introducendo nella casa della donna. Ritorno attesissimo che non ha deluso le attese, presentato in apertura della “Quinzaine des Réalisateurs” a Cannes (e in anteprima italiana proprio al Trieste Film Festival).
Il film che ora andrà a Venezia è stato scritto da Skolimowski stesso e da Ewa Piaskowska (già co-autrice col regista di Quattro notti con Anna) ed è interpretato da Vincent Gallo ed Emmanuelle Seigner. Si tratta, come leggiamo dal comunicato della Mostra, che di un “thriller sorprendente (quasi interamente senza dialoghi)” in cui “un talebano, catturato dalle forze americane in una valle del Nord dell'Afghanistan, viene trasportato in un paese europeo senza nome. Il prigioniero fugge e trova rifugio tra i boschi gelati: un mondo totalmente diverso rispetto ai deserti della sua terra d’origine, dalle condizioni estreme”.
Cosa aspettarsi con queste premesse? Basta guardare il trailer per capire che Skolimowski potrebbe essere tornato ai fasti dei tempi migliori, forse complice la presenza del produttore Jeremy Thomas, lo stesso di The Shout (1978), Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes.
Il film, prodotto dalla Skopia Film, è una co-produzione polacca, irlandese, norvegese ed ungherese, con la partecipazione del Polish Film Institute, di Canal+ Cyfrowy, dell’irlandese Element Pictures, della norvegese Cylinder Productions, dell’ungherese Mythberg Films, con il supporto di Eurimages. Distribuzione internazionale affidata a HanWay.
Skolimowski, genio assoluto e autore di film incredibili come The Shout, era scomparso dalle “scene” dopo aver realizzato nel 1991 Ferdydurke. Una delle poche apparizioni (potremmo dire “fantasmatica”) era stata quella come attore ne La promessa dell’assassino di Cronenberg (nel 2007). Nel film interpretava il ruolo dello zio della protagonista, Stepan, un immigrato russo a Londra che, a un certo punto, scompare dalla circolazione in circostanze particolari, tanto che si teme per la sua incolumità. Alla fine del film si scopre, in uno strano cortocircuito fra vita e finzione, che Stepan non è morto, ma è da qualche parte al sicuro, solo un po' nascosto, un po' come se lo stesso Jerzy avesse voluto dire “Ehi, non sono morto, sono solo da qualche parte, e tornerò!”.
E tornato lo è, nel 2008 con Cztery noce z Anną (Quattro notti con Anna), storia del 40enne Leon Okrasa, che lavora come fuochista nel crematorio dell’ospedale. Testimone in passato (o autore?) di un brutale stupro ai danni di Anna, che ora ha 30 anni e lavora come infermiera nello stesso ospedale, l'uomo spia la ragazza, sia di giorno che di notte. Anna diventa una tale ossessione che Leon una notte si introduce in casa sua e comincia, notte dopo notte, a intervenire nella sua vita in modo impercettibile, riattaccandole un bottone, riparandone un orologio, sostituendo il cibo andato a male nel frigorifero... (vi sembra una storia strana? Aspettate di sentire quella del nuovo film) Un giorno, Leon viene arrestato proprio mentre si sta introducendo nella casa della donna. Ritorno attesissimo che non ha deluso le attese, presentato in apertura della “Quinzaine des Réalisateurs” a Cannes (e in anteprima italiana proprio al Trieste Film Festival).
Il film che ora andrà a Venezia è stato scritto da Skolimowski stesso e da Ewa Piaskowska (già co-autrice col regista di Quattro notti con Anna) ed è interpretato da Vincent Gallo ed Emmanuelle Seigner. Si tratta, come leggiamo dal comunicato della Mostra, che di un “thriller sorprendente (quasi interamente senza dialoghi)” in cui “un talebano, catturato dalle forze americane in una valle del Nord dell'Afghanistan, viene trasportato in un paese europeo senza nome. Il prigioniero fugge e trova rifugio tra i boschi gelati: un mondo totalmente diverso rispetto ai deserti della sua terra d’origine, dalle condizioni estreme”.
Cosa aspettarsi con queste premesse? Basta guardare il trailer per capire che Skolimowski potrebbe essere tornato ai fasti dei tempi migliori, forse complice la presenza del produttore Jeremy Thomas, lo stesso di The Shout (1978), Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes.
Il film, prodotto dalla Skopia Film, è una co-produzione polacca, irlandese, norvegese ed ungherese, con la partecipazione del Polish Film Institute, di Canal+ Cyfrowy, dell’irlandese Element Pictures, della norvegese Cylinder Productions, dell’ungherese Mythberg Films, con il supporto di Eurimages. Distribuzione internazionale affidata a HanWay.
Jerzy Skolimowski è nato a Łódź il 5 maggio 1938. Il padre, comandante della Resistenza nella ZWZ (Lega per la Lotta armata), muore in un campo di concentramento. Nel dopoguerra compie studi irregolari in Polonia e per breve tempo in Boemia, dove segue la madre, nominata addetto culturale a Praga (ma poi rimossa dall’incarico durante le purghe staliniane). In seguito, a Varsavia, non ammesso all’accademia di Belle Arti, si iscriverà al Corso di storia della Cultura materiale. Negli anni ’50 i suoi principali interessi sono la poesia e la boxe. Tra il 1953 e il 1955 sostiene una trentina circa di combattimenti negli incontri riservati ai debuttanti. Frequenta intensamente le “jam session” e si lega al gruppo di Krzysztof Komeda, di cui segue le tournée occupandosi delle luci. Alla fine degli anni ’50 pubblica due raccolte di poesie: Gdziés blisko siebie (1958) e Siekiera i niebo (1959), e una pièce teatrale (Ktog sie utopi, 1959) e viene ammesso alla Federazione degli scrittori.
Qui incontra Andrzej Wajda e lo scrittore Jerzy Andrzejewski, che gli propongono di collaborare alla sceneggiatura di Niewinni czarodzieje (Ingenui perversi). Nel film appare per la prima volta anche come attore interpretando la par te del giovane pugile. Fino ad allora non si è mai interessato al cinema, ma su suggerimento di Wajda chiede l’ammissione alla Scuola di Cinema di Łódź. Mentre sostiene gli esami, nel 1960 scrive con Polanski la sceneggiatura di Noz w wodzie (Il coltello nell’acqua), che sarà realizzato due anni dopo. Alla scuola di Cinema di Łódź, oltre ai saggi scolastici, realizza nel corso di diversi anni il primo lungometraggio, Rysopis (Segni particolari: nessuno), che insieme al successivo Walkower (del quale è anche interprete) lo rivelano anche all’estero come una delle figure più interessanti della nouvelle vague internazionale degli anni ’60. Nel 1967 gira il suo primo film all’estero, Le départ (Il vergine), premiato con l’Orso d’Oro a Berlino. nello stesso anno realizza in Polonia Rêce do gory (Mani in alto), il film che segnerà il destino della sua vita: selezionato in concorso a Venezia, il film viene proibito e ritirato dalle autorità polacche pochi giorni prima del festival. Skolimowski dichiara che non realizzerà più film in Polonia finché non sarà tolta la censura. Rêce do gory verrà ‘sbloccato’ solo nel 1981 e il regista ne farà una seconda versione. Skolimowski inizia così una vicenda artistica e professionale che si svolge in gran par te fuori della Polonia, anche se egli non interromperà mai i contatti e i ritorni nel suo paese. Ricca di svolte inattese, di avventure produttive rischiose e di straordinari capolavori, la carriera internazionale di Skolimowski si svolge attraverso diversi paesi (Cecoslovacchia, Italia, Germania, Inghilterra). Dopo l’insuccesso artistico di König, Dame, Bube (Un ospite gradito per mia moglie) trascorre tra Inghilterra e Polonia un lungo periodo di inattività, per poi trasferirsi stabilmente a Londra con la famiglia dopo il successo di The Shout (L’australiano). In Inghilterra realizza negli anni successivi Moonlighting (id.) e Success is the Best Revenge (Il successo è la migliore vendetta). Nel 1985 dirige il suo primo film interamente americano, The Lightship (Lightship - La nave faro), e si trasferisce con la famiglia a Santa Monica. Di ritorno nel suo paese, realizza nel 1991 il suo primo film polacco dopo Rêce do gory, Ferdydurke. Durante tutta la sua carriera, Skolimowski ha continuato a scrivere testi letterari e sceneggiature, dipinge, ha allestito spettacoli teatrali. torna sullo schermo nel 2007 interpretando la parte di Stepan, un immigrato russo a Londra, nel film di Cronenberg La promessa dell’assassino. Cztery noce z Anną segna il suo ritorno dietro la macchina da presa a 17 anni di distanza da Ferdydurke.
(biografia tratta dal catalogo ufficiale della 20a ed. del Trieste Film Festival, gennaio 2009)
Qui incontra Andrzej Wajda e lo scrittore Jerzy Andrzejewski, che gli propongono di collaborare alla sceneggiatura di Niewinni czarodzieje (Ingenui perversi). Nel film appare per la prima volta anche come attore interpretando la par te del giovane pugile. Fino ad allora non si è mai interessato al cinema, ma su suggerimento di Wajda chiede l’ammissione alla Scuola di Cinema di Łódź. Mentre sostiene gli esami, nel 1960 scrive con Polanski la sceneggiatura di Noz w wodzie (Il coltello nell’acqua), che sarà realizzato due anni dopo. Alla scuola di Cinema di Łódź, oltre ai saggi scolastici, realizza nel corso di diversi anni il primo lungometraggio, Rysopis (Segni particolari: nessuno), che insieme al successivo Walkower (del quale è anche interprete) lo rivelano anche all’estero come una delle figure più interessanti della nouvelle vague internazionale degli anni ’60. Nel 1967 gira il suo primo film all’estero, Le départ (Il vergine), premiato con l’Orso d’Oro a Berlino. nello stesso anno realizza in Polonia Rêce do gory (Mani in alto), il film che segnerà il destino della sua vita: selezionato in concorso a Venezia, il film viene proibito e ritirato dalle autorità polacche pochi giorni prima del festival. Skolimowski dichiara che non realizzerà più film in Polonia finché non sarà tolta la censura. Rêce do gory verrà ‘sbloccato’ solo nel 1981 e il regista ne farà una seconda versione. Skolimowski inizia così una vicenda artistica e professionale che si svolge in gran par te fuori della Polonia, anche se egli non interromperà mai i contatti e i ritorni nel suo paese. Ricca di svolte inattese, di avventure produttive rischiose e di straordinari capolavori, la carriera internazionale di Skolimowski si svolge attraverso diversi paesi (Cecoslovacchia, Italia, Germania, Inghilterra). Dopo l’insuccesso artistico di König, Dame, Bube (Un ospite gradito per mia moglie) trascorre tra Inghilterra e Polonia un lungo periodo di inattività, per poi trasferirsi stabilmente a Londra con la famiglia dopo il successo di The Shout (L’australiano). In Inghilterra realizza negli anni successivi Moonlighting (id.) e Success is the Best Revenge (Il successo è la migliore vendetta). Nel 1985 dirige il suo primo film interamente americano, The Lightship (Lightship - La nave faro), e si trasferisce con la famiglia a Santa Monica. Di ritorno nel suo paese, realizza nel 1991 il suo primo film polacco dopo Rêce do gory, Ferdydurke. Durante tutta la sua carriera, Skolimowski ha continuato a scrivere testi letterari e sceneggiature, dipinge, ha allestito spettacoli teatrali. torna sullo schermo nel 2007 interpretando la parte di Stepan, un immigrato russo a Londra, nel film di Cronenberg La promessa dell’assassino. Cztery noce z Anną segna il suo ritorno dietro la macchina da presa a 17 anni di distanza da Ferdydurke.
(biografia tratta dal catalogo ufficiale della 20a ed. del Trieste Film Festival, gennaio 2009)
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