venerdì 11 giugno 2010

STORIE ARBËRESHË

Ci fa piacere segnalare un'iniziativa sulla cultura arbëreshë che si svolgerà a Palermo, presso l'Oratorio dell’Angelo Custode, il 14 giugno alle 17:30. Il Centro Internazione di Studi sul Mito - Delegazione siciliana organizza la Tavola rotonda “Albanesi per lingua, bizantini per rito, italiani per adozione”.
Modera Gianfranco Romagnoli, Vicepresidente CISM, e intervengono Papas Luigi Lucini (Viceparroco di S. Nicolò dei Greci alla Martorana - Gli arbëreshë e la tradizione cristiana di Bisanzio), Domenico Morelli (responsabile Minoranze linguistiche del Ministero P.I. - A 10 anni dalla Legge di tutela delle minoranze linguistiche storiche: problemi e prospettive), Zef Giuseppe Chiaromonte (Cultore di Lingua e Letteratura Albanese, Università di Palermo - I Codici d'Albania, patrimonio dell'umanità).

E questo ci dà l'occasione per ricordare un documentario molto interessante presentato nella 19a edizione del Trieste Film Festival, in concorso documentari:

STORIE ARBËRESHË
di Mario Balsamo
Italia, 2007, DV, col., 53’, v.o. italiana - arbëresh
Sceneggiatura: Mario Balsamo. Fotografia: Alfredo Betrò. Montaggio: Ilaria Fraioli. Suono: Valentino Giannì. Produzione, distribuzione internazionale: Palomar Spa.

Il documentario fa parte di "Alba Suite", una serie di nove documentari sulla comunità arbëreshë, discendenti degli albanesi che alla fine del Medioevo, in fuga dall’avanzata ottomana, si stabilirono in diverse regioni del sud Italia. Sotto la direzione artistica di Salvo Cuccia, otto registi (Guido Chiesa, Fatmir Koci, Rosita Bonanno, Emma Rossi Landi, Marco Bertozzi, Mario Balsamo, Rossella Schillaci, Antonio Bellia) sono stati invitati a realizzare un film sull’argomento. Salvo Cuccia, responsabile del progetto, spiega: “La regola è stata la libertà d’espressione, la diversità dei linguaggi e degli approcci, sia per quanto riguarda i contenuti che per modalità e forme. Ciò che accomuna i lavori è il racconto di queste antiche popolazioni, le loro forme religiose, le musiche e i canti, la lingua e la cultura, ma anche il concetto di migrazione”.

“Per raccontare cosa significhi ‘arbëresh’ oggi si parte dalla banda di Mezzojuso, proseguendo con scene quotidiane riprese a Piana degli Albanesi: personaggi che raccontano le loro storie di vita difficile, in un luogo povero e inospitale; le scuole elementari dove i bambini imparano la lingua arbëresh che, ancora oggi, è la prima lingua parlata in paese; un prete di rito greco-bizantino che spiega alle figlie (i padri di questo rito possono avere una famiglia) i connotati di questa forma di religiosità cristiana… Il ritmo del documentario alterna momenti serrati ai tempi lenti della vita di paese, in una Sicilia che mischia indissolubilmente il presente con il passato.” (M. Balsamo)



Mario Balsamo è nato a Latina nel 1962 e si è laureato in Filosofa con una tesi in Storia del Cinema. È filmmaker e scrittore. Docente presso la Act (Accademia del Cinema e della Televisione) di Cinecittà, ha diretto laboratori di documentaristica in Italia e all'estero e collaborato alle trasmissioni Rai Cara Giovanna, Italia Ore 6, Portomatto, Atlante, Pomeridiana, Pista!, Big! e Gente di Notte. Ha diretto diversi documentari, fra cui Alvaro Siza, architetto (1998), In restauro - L’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (1999), Le isole dipinte - Viaggio nelle Marchesi di Paul Gauguin (2000), Un mondo migliore è possibile (documentario collettivo ideato e coordinato da Francesco Maselli, 2001), Il villaggio dei disobbedienti (2002), Porto Alegre (documentario collettivo sul secondo Forum Sociale Mondiale, 2002, e coordinato da Ettore Scola), Sotto il cielo di Baghdad (2003), Io, Socrate e Linda (2005), Mae Baratinha, una storia di Candomblé (2006). Nel 1995, ha pubblicato un romanzo storico Que viva Marcos! (manifestolibri), sulla rivolta neo-zapatista nel Chiapas. Dal 2007 è nel consiglio direttivo dell’Associazione italiana dei documentaristi indipendenti Doc/it.



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