venerdì 27 novembre 2009

LA GUERRA DEI MONDI IN SALSA EST

Dopo la bellissima serata di ieri sera con Christopher Lee, che ha ricevuto il premio Urania alla carriera in una sala gremita e felice (oggi c'è anche la masterclass, alle 15.00 presso l'Auditorium del Museo Revoltella, via Diaz 27) eccoci arrivati all'ultimo giorno di programmazione di Marx Attacks!

Alle 16.30, alla sala 6 del Cinecity Multiplex, Wojna swiatow-nastepne styulecie - La guerra dei mondi: secolo prossimo [Polonia, 1981, 96’] di Piotr Szulkin / v.o. sott. it./ing. Come il primo lungometraggio di Szulkin (Golem, 1979), questo film è in parte una satira sui media. Se in quel film l’interesse di Szulkin era per l’abilità dei media di plagiare l’opinione in generale, questa volta il regista polacco si dedica esplicitamente alla censura e all’invasione del suo paese. Di conseguenza, sebbene il film sia dedicato a H.G. Wells e a Orson Welles (il cui adattamento radio nel 1938 de “La Guerra dei Mondi” di Wells causò il panico generale nella costa est dell’America) e ambientato nel 1999, le preoccupazioni che esprime sono molto più immediate e molto più potenti. La sceneggiatura di Szulkin si concentra su un reporter della tv locale di nome Wilhelmi che assiste all’arrivo dei Marziani sulla Terra ed è utilizzato dalle autorità per legittimare l’invasione. Simile in parte a The Monitors (1968), ma molto più controllato, il film segue i tentativi disperati di Wilhelmi di raccontare la verità ad un pubblico indifferente che non capisce cosa stia succedendo. L’amara conclusione vede il processo farsa a Wilhelmi, messo in onda sul “Now Better News Show”, che ha rimpiazzato il suo programma di informazione.

Alle 18.15, nella stessa sala, Seksmisja - Sexmission [Polonia, 1984, 116’] di Juliusz Machulski / v.o. sott. it./ing. con Jerzy Stuhr, che il pubblico del Trieste Film Festival conosce bene, sia come attore che come regista.
Film decisamente strano, Seksmisja solleva la domanda su quale funzione abbiano i film di fantascienza nell’Est Europa e in particolare in Polonia. Da una parte sembra una commedia corrosiva su una Polonia del futuro basata sull’inganno, con una noncurante popolazione di zombie, e sotto questo aspetto è probabilmente di grande attualità. Sotto un altro punto di vista, invece, si potrebbe vedere il film come una commedia femminista, nella quale il mondo del film - un futuro in cui gli uomini sono stati banditi e la storia viene riscritta in modo tale che Einstein risulta esser stato una donna, Adamo tenta Eva nel giardino dell’Eden e così via, e la posizione degli eroi maschili al momento del loro risveglio da un esperimento d’ibernazione in un mondo di sole donne - è una parodia del presente. Infine si può vedere il film come una commedia popolare con Lukaszewicz e Sthur nel ruolo dei maschi che alla fine ristabiliscono l’ordine naturale delle cose (quello in cui gli uomini sono superiori). Certamente il film offre chiavi di lettura per tutte queste tre interpretazioni.

Infine, alle 20.30, in sala 6, O-bi, O-ba - Koniec cywilizacji [Polonia, 1985, 88] di Piotr Szulkin / v.o. sott. it./ing con Jerzy Stuhr.
Questo film austero è ambientato in un mondo post-olocausto nucleare in cui i miseri resti del genere umano aspettano un’arca di Noè che li porti in salvo. Sthur è l’eroe che tenta di stabilire se ci sia un qualche fondamento di verità dietro al mito, Janda è una donna pragmatica che preferisce una vita da prostituta a un futuro incerto e Dmochowski è l’ingegnere che sa che l’Arca giungerà - e quando alla fine arriva esplode distruggendo la Terra. Costruito in modo molto teatrale, il desolante futuro presagito è reso in modo ottimale in quanto viene solo accennato (spesso con sprazzi di comicità) e non è presentato minuziosamente. Sicuramente in contrasto con la maggior parte dei film di fantascienza degli anni ’80, stimola un elemento di riflessione in quella stessa maniera che aveva reso il genere così produttivo negli anni ’50.

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http://www.scienceplusfiction.org


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